CROLLO IMMEDIATO DA CHIUSURA PUNTI VENDITA “FUORI CASA”

15 Nov 2020 | Ultime notizie

Le nuove chiusure imposte ai punti di consumo di alimenti e bevande determinano immediate gravi ripercussioni agli operatori della Filiera. Ordini fermi, prodotti fermi su bancali, cali di produzione e attività.

Ogni giorno il danno aumenta. Bene il Governo sulle primissime misure nel DL Ristori, ma servono correttivi immediati. Subito, non riflessioni ma azioni immediate. La filiera del Beverage chiede di non focalizzare le misure solo sul punto vendita finale, aggiungere i codici ATECO dei soggetti che riforniscono le attività dell’HORECA, di fatto chiuse, e ripensare accise e nuove tasse in arrivo nel 2021 che aumenteranno l’effetto recessivo.

ITALGROB per voce del suo presidente Vincenzo Caso denuncia: “La categoria dei distributori Horeca che questa Federazione rappresenta è oramai ai minimi termini. Nel lockdown di marzo-giugno ha registrato perdite di fatturato per oltre l’80%. Ora, con questa seconda ondata, la situazione rischia di precipitare definitivamente. Sono a rischio oltre 800 aziende e migliaia di posti di lavoro. L’improprio obbligo di chiusura alle 18,00 dei locali e lo smart working drenano consumi che si tramutano in mancati incassi per i locali che a loro volta si ripercuotono direttamente sulle aziende di distribuzione. I nostri mezzi sono fermi e i depositi pieni di merci che non potremo vendere. Il paradosso è che nel decreto Ristori tutto questo non viene considerato. E’ come se la categoria non esistesse in quanto sono stati indebitamente ignorati i codici ATECO dei distributori (46.30). Chiediamo un pronto reintegro dei nostri codici ATECO, anche in relazione di quanto previsto nel comma 2 dell’art 1 del Decreto Ristori. Chiediamo inoltre, così come consesso ai locali della ristorazione, la totale abolizione del secondo semestre IMU.

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ASSOBIBE: LA SUGAR TAX TASSA LO ZUCCHERO ANCHE QUANDO NON C’È

Commentando la sentenza n. 49 della Corte Costituzionale depositata oggi con la quale si dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale sulla Sugar tax, Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBE, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, dichiara: “Siamo davvero stupiti dalla pronuncia della Consulta, ma ancora di più dalle motivazioni che si basano su un razionale scientifico contestabile e, soprattutto, slegato dai consumi reali in Italia. Rimaniamo convinti che per affrontare patologie multifattoriali come sovrappeso, obesità e diabete occorrano approcci integrati – dichiara Pierini – una misura che colpisce un unico alimento non può pagare e non modifica comportamenti non equilibrati. I Paesi agiscono con approcci diversi e in molti casi la Sugar tax è stata introdotta per incentivare la riformulazione: noi l’abbiamo fatto senza bisogno di tasse – spiega Pierini – arrivando a tagliare del 41% lo zucchero immesso a scaffale, anche attraverso azioni volontarie e protocolli siglati con il Ministero della Salute, e applicando rigide autolimitazioni nella vendita verso i consumatori più fragili come i bambini. Lasciamo da parte cavilli giuridici in cui giudici affermano che lo zucchero sia da contrastare solo se presente nelle bibite – dichiara Pierini -. La scelta se tenere una nuova tassa, oggi inutile e dannosa per famiglie e imprese, è del Governo. Le imprese chiedono scelte basate su evidenze, numeri e buon senso”.

Produttori e distributori del beverage uniti nel rimarcare l’importanza dei consumi fuori casa per il Paese

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L’appello lanciato dal Presidente di ASSOBIBE al convegno “Consumi e scenari nell’Italia che cambia” nel corso della 13° edizione dell’International Horeca Meeting di Rimini.
“In questa fase di grande incertezza, con un’inflazione che ha modificato la spesa per il fuori casa e si è radicata nelle aspettative degli italiani, servono misure del Governo a sostegno dei consumi, anziché depressive”