Scarsità di CO2 per l’industria delle bevande analcoliche in Italia, a rischio la stagione estiva

14 Lug 2022 | Comunicati stampa

Il Presidente di ASSOBIBE, associazione che rappresenta le aziende del settore: “Fare impresa in questo settore è sempre più difficile”

Roma, 7 luglio 2022 ASSOBIBE, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, conferma la difficoltà di reperimento di C02 sul mercato da parte di numerose aziende del settore, in particolare le PMI. La scarsa disponibilità di questa fondamentale materia prima è un ulteriore effetto dell’aumento dei costi dell’energia e delle difficolta di trasporto, che rendono più complessa la sua estrazione naturale e/o produzione industriale. Il problema della sua disponibilità e prezzo si aggiunge ai costi di energia, plastica, alluminio, cartone e vetro che sono da mesi fuori controllo, mettendo a rischio la stagione estiva per molti operatori. A breve, poi, è in arrivo la Sugar Tax, che, con un incremento della fiscalità medio del 28%, rappresenta un ulteriore limite alla sostenibilità economica delle imprese del settore e della sua filiera.

“Le aziende che operano in Italia nel settore delle bevande analcoliche dichiara Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBEsono in un momento di estrema difficoltà. Ai rincari dei costi dell’energia, oltre 550% per le industrie che rappresento, a quello delle materie prime per i nostri packaging, si aggiungono problemi di reperimento di alcune materie prime, in particolar modo di anidride carbonica”.

Ma a questi problemi, condivisi con larga parte dell’industria alimentare e manifatturiera italiana, e che non saranno risolvibili in breve tempo, si aggiunge anche la spada di Damocle della Sugar Tax, che sarà operativa da gennaio.

“In aggiunta alla difficoltà dei costi e della disponibilità di materie prime che ricordavo prima, le aziende che rappresento tra pochi mesi saranno tassate dalla sugar tax su tutti i loro prodotti (anche quelli senza zucchero), con inevitabili effetti sui prezzi – già in crescita in questo momento di esplosione dell’inflazione – e dunque sui volumi – conclude Pierini –. Chiediamo al Governo di agire almeno su questo, perché la tassa deve essere eliminata per dare un po’ di respiro alle aziende e provare davvero a ripartire”.

ASSOBIBE rappresenta aziende di tutte le dimensioni (il 64% sono PMI) su tutto il territorio, per un totale di 100 stabilimenti e 80 mila lavoratori diretti, 1 lavoratore nelle aziende di produzione genera 14 posti di lavoro indiretti (3 a monte e 11 a valle).

Ufficio stampa:
Elena Sabino – elena.sabino@elettrapr.it – 392 4132100
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ASSOBIBE: LA SUGAR TAX TASSA LO ZUCCHERO ANCHE QUANDO NON C’È

Commentando la sentenza n. 49 della Corte Costituzionale depositata oggi con la quale si dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale sulla Sugar tax, Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBE, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, dichiara: “Siamo davvero stupiti dalla pronuncia della Consulta, ma ancora di più dalle motivazioni che si basano su un razionale scientifico contestabile e, soprattutto, slegato dai consumi reali in Italia. Rimaniamo convinti che per affrontare patologie multifattoriali come sovrappeso, obesità e diabete occorrano approcci integrati – dichiara Pierini – una misura che colpisce un unico alimento non può pagare e non modifica comportamenti non equilibrati. I Paesi agiscono con approcci diversi e in molti casi la Sugar tax è stata introdotta per incentivare la riformulazione: noi l’abbiamo fatto senza bisogno di tasse – spiega Pierini – arrivando a tagliare del 41% lo zucchero immesso a scaffale, anche attraverso azioni volontarie e protocolli siglati con il Ministero della Salute, e applicando rigide autolimitazioni nella vendita verso i consumatori più fragili come i bambini. Lasciamo da parte cavilli giuridici in cui giudici affermano che lo zucchero sia da contrastare solo se presente nelle bibite – dichiara Pierini -. La scelta se tenere una nuova tassa, oggi inutile e dannosa per famiglie e imprese, è del Governo. Le imprese chiedono scelte basate su evidenze, numeri e buon senso”.