Sugar Tax incoerente rispetto ai messaggi di crescita proposti dal governo. Filiera delle bevande e PMI a rischio

28 Mag 2021 | Comunicati stampa

Preoccupazione è stata espressa dal Presidente di ASSOBIBE, Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende produttrici di bevande analcoliche, alla notizia della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto attuativo della Sugar Tax. Il timore è quello di non riuscire ad affrontare questo ulteriore balzello in un momento storicamente complesso per il settore, che nel 2020 ha subito una contrazione del volume di vendite del -40% e per il quale non è previsto un ritorno ai volume pre pandemia prima della fine del 2022.

“Le rassicurazioni del governo arrivate nelle ultime settimane di voler tutelare le imprese della filiera con investimenti che aiutino la ripartenza e la crescita dell’intero comparto ci avevano rassicurato e illuso di poter guardare al prossimo futuro con ottimismo, ma questa misura sembra decisamente incoerente rispetto ai messaggi di crescita proposti dal governo”, spiega Giangiacomo Pierini. “La nostra preoccupazione è che, in questo momento in cui le aziende hanno bisogno di un aiuto per tornare a crescere, si trovino invece a dover affrontare un aumento della fiscalità pari al 28% per ogni litro prodotto in Italia per la sola sugar tax, al cui si andranno ad aggiungere i costi necessari agli adeguamenti burocratici”.

Il presidente ASSOBIBE ha poi posto l’accento sull’impatto che l’introduzione della tassa avrà sulle PMI, che rappresentano una fetta importante del settore, molte delle quali rischiano di passare da un utile a una perdita con un risultato operativo negativo e conseguenze rilevanti sull’occupazione diretta e indiretta e sugli equilibri del comparto/filiera.“Noi crediamo che la tassazione non sia il modo migliore per raggiungere l’obiettivo condivisibile di ridurre l’incidenza di malattie quali obesità, diabete e patologie correlate”, conclude Pierini, “occorre investire su progetti di educazione alimentare nelle scuole, su innovazione e ricerca. Ancor più dopo un calo dello zucchero immesso in consumo in Italia del 27% negli ultimi anni, grazie alle attività sulle ricette dei prodotti. Senza tasse, “senza colpire imprese e lavoro”.

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Cristina Camilli, Vicepresidente di ASSOBIBE, associazione che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, ha sottolineato il forte legame esistente tra le imprese produttrici. la filiera e il territorio. Una catena di valore che va tutelata e non penalizzata da misure che danneggiano i consumatori e le imprese, frenano gli investimenti, gli acquisti di materia prima del territorio e che mettono a rischio posti di lavoro.

ASSOBIBE: LA SUGAR TAX TASSA LO ZUCCHERO ANCHE QUANDO NON C’È

Commentando la sentenza n. 49 della Corte Costituzionale depositata oggi con la quale si dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale sulla Sugar tax, Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBE, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, dichiara: “Siamo davvero stupiti dalla pronuncia della Consulta, ma ancora di più dalle motivazioni che si basano su un razionale scientifico contestabile e, soprattutto, slegato dai consumi reali in Italia. Rimaniamo convinti che per affrontare patologie multifattoriali come sovrappeso, obesità e diabete occorrano approcci integrati – dichiara Pierini – una misura che colpisce un unico alimento non può pagare e non modifica comportamenti non equilibrati. I Paesi agiscono con approcci diversi e in molti casi la Sugar tax è stata introdotta per incentivare la riformulazione: noi l’abbiamo fatto senza bisogno di tasse – spiega Pierini – arrivando a tagliare del 41% lo zucchero immesso a scaffale, anche attraverso azioni volontarie e protocolli siglati con il Ministero della Salute, e applicando rigide autolimitazioni nella vendita verso i consumatori più fragili come i bambini. Lasciamo da parte cavilli giuridici in cui giudici affermano che lo zucchero sia da contrastare solo se presente nelle bibite – dichiara Pierini -. La scelta se tenere una nuova tassa, oggi inutile e dannosa per famiglie e imprese, è del Governo. Le imprese chiedono scelte basate su evidenze, numeri e buon senso”.