ASSOBIBE: bene le indiscrezioni sul rinvio della Sugar Tax, chiediamo al Governo di fare presto per bloccare la burocrazia collegata alla sua implementazione

15 Mag 2025 | Comunicati stampa

Giangiacomo Pierini Presidente ASSOBIBE

Le imprese devono far partire gli oltre 70 adempimenti burocratici imposti dal decreto attuativo 4 settimane prima della sua possibile entrata in vigore, con costi e complessità evitabili.

Roma, 15 maggio 2025 – Le imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia apprendono con sollievo le indiscrezioni di stampa sul probabile rinvio della Sugar Tax deciso del Governo Meloni, a poche settimane dalla sua entrata in vigore. È importante che il rinvio sia deciso entro la fine di maggio per evitare che l’implementazione della tassa parta comunque, con costi e complessità enormi per le imprese, soprattutto per le PMI (64% del totale) che hanno strutture organizzative più ridotte.

Il Presidente ASSOBIBE, Giangiacomo Pierini, a questo proposito sottolinea: «L’indiscrezione sul posticipo dell’entrata in vigore della tassa, prevista tra qualche settimana, consentirebbe alle imprese di tirare un respiro di sollievo: quanto appreso sarebbe fondamentale per le aziende del Settore e gli 83.000 dipendenti della filiera coinvolti, perché dimostra la volontà del Governo di tutelare le imprese nel Paese ed evitare possibili effetti inflattivi per i consumatori. Nelle scorse settimane, numerosi rappresentanti dell’Esecutivo, e dei partiti di maggioranza, ci hanno rassicurato sulla volontà di non penalizzare la produzione italiana di bevande analcoliche con una dannosa misura populista, un inutile dazio interno, che si aggiunge agli aumenti dei costi scattati ad inizio anno. Tutto questo proprio all’inizio della stagione estiva, fondamentale per le vendite. Auspichiamo in un rinvio di 12 mesi, così da accorparlo a quello della Plastic Tax – già deciso – per poter trovare una volta per tutte una soluzione ad un problema che viviamo dal 2019».

L’Associazione conferma la massima disponibilità a collaborare con il Governo per definire un percorso virtuoso che non penalizzi un tessuto industriale, piccolo ma orgoglioso, del Made in Italy, e la sua filiera: dalle aziende agricole alla distribuzione.

 

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