Sugar tax e Manovra di Bilancio: approvato l’Ordine del Giorno. ASSOBIBE: “L’impegno del Governo a cancellare la tassa è un segnale importante per la filiera agroalimentare”

6 Ago 2025 | Comunicati stampa

Roma, 6 agosto 2025ASSOBIBE, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, esprime soddisfazione per l’approvazione, da parte del Governo, dell’ordine del giorno con cui Forza Italia alla Camera ha chiesto di valutare la cancellazione della Sugar tax nella prossima Legge di Bilancio e ringrazia il Vicecapogruppo vicario di Forza Italia alla Camera Raffaele Nevi per aver rilanciato le istanze di un’intera filiera agroalimentare. Un comparto gravato anche dall’incertezza per una prossima applicazione della Plastic tax e preoccupato dalle pesanti ricadute a livello occupazionale e di competitività, già colpita dai dazi USA al 15% su chinotti, cedrate, aranciate gassose e le diverse bibite espressione del Made in Italy.

L’ordine del giorno presentato dall’On. Nevi impegna il Governo a predisporre nella prossima Manovra di bilancio i necessari interventi normativi per cancellare definitivamente la Sugar tax. Questo provvedimento, attualmente rinviato al 1° gennaio 2026, è stato oggetto negli anni di numerose proroghe da parte di tutti i governi succedutisi dal 2019, a conferma della consapevolezza politica trasversale circa l’inefficacia e l’impatto distorsivo della misura.

Accogliamo con favore questo importante segnale istituzionale – ha dichiarato Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBEche riconosce quanto sostenuto da anni da tutta la filiera agroalimentare: la Sugar tax è una tassa inefficace, regressiva e dannosa per il sistema produttivo italiano. Penalizza le imprese, molte delle quali PMI, senza generare alcun beneficio concreto per la salute pubblica. Chiediamo al Governo di compiere il passo decisivo verso la cancellazione dell’imposta nella prossima manovra economica”.

ASSOBIBE sottolinea come il settore delle bevande analcoliche abbia già adottato misure concrete per ridurre gli zuccheri nelle proprie referenze, in collaborazione con il Ministero della Salute: dal 2009 a oggi lo zucchero immesso in consumo è stato ridotto di oltre il 41%, e l’offerta di ricette con meno zucchero o senza zucchero è in costante crescita.

Inoltre, i consumi di bibite zuccherate sono in calo costante (- 27% negli ultimi dieci anni) e incidono per meno dell’1% sull’apporto calorico giornaliero medio. Secondo i dati disponibili[1], l’84% degli italiani non consuma bibite analcoliche, mentre tra coloro che lo fanno, il consumo avviene in modo moderato. L’impatto sulla dieta, infatti, risulta minimo, pari allo 0,9% dell’apporto calorico negli adulti e allo 0,6% nei bambini: in media, viene consumato un ¼ di bicchiere tra gli adulti (pari a 18 cal. die), meno di ¼ di bicchiere tra i bambini (pari a 13 cal. die).

La Sugar tax italiana, così com’è concepita – conclude Pieriniè un unicum nel panorama internazionale. Non colpisce lo zucchero, ma la produzione in sé, gravando anche su prodotti senza zucchero o a basso contenuto calorico. È una misura incoerente, che rischia di danneggiare un comparto innovativo e già impegnato da anni nella promozione di stili di vita equilibrati. L’Europa ci offre esempi concreti: in diversi Paesi dell’Unione europea, ad esempio Francia, Portogallo, Romania, Polonia, i consumi di zucchero aumentano nonostante la tassa sulle bibite, così come i tassi di obesità. E poiché l’introduzione di tasse simili non ha portato a risultati apprezzabili, alcuni governi, come Danimarca e Norvegia, l’hanno già cancellata”.

Secondo recenti stime, l’eventuale entrata in vigore della tassa provocherebbe una contrazione delle vendite del 16% nel biennio successivo all’introduzione, con oltre 5.000 posti di lavoro a rischio e 275 milioni di euro di mancato gettito IVA.

[1] Studio sui consumi alimentari in Italia, CREA (2023)

 

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