ASSOBIBE: il rinvio di soli 6 mesi della Sugar tax è un intervento importante ma non elimina le difficoltà di imprese e cittadini, bloccando gli investimenti dell’industria

17 Ott 2023 | Comunicati stampa

Serve un intervento definitivo su una misura superata, applicata alle sole bevande analcoliche anche se prive di zucchero

Roma, 16 ottobre 2023. “L’industria delle bevande analcoliche apprende della decisione del Governo di rinviare l’entrata in vigore della Sugar tax a luglio 2024. Una notizia che fa prendere fiato ma non evita ulteriori difficoltà a imprese e cittadini, alle prese con un’inflazione che riduce il potere d’acquisto delle famiglie. Oggi come ieri rimane l’urgenza di una cancellazione definitiva, per contribuire ad allentare lo stato di incertezza che grava sul comparto delle bibite analcoliche, e a cascata su tutta la filiera, bloccando investimenti, innovazione e crescita economica”. Con queste parole Giangiacomo Pierini, presidente di ASSOBIBE, associazione di CONFINDUSTRIA che rappresenta ai produttori di bevande analcoliche in Italia, commenta il rinvio, il sesto dalla sua introduzione, della Sugar tax contenuto nella bozza di Legge di Bilancio

“Questa imposta – conclude il Presidente di ASSOBIBE – non ha ragion d’essere visto il calo costante di vendite di bevande zuccherate in Italia e il taglio del 40% dello zucchero immesso in consumo negli ultimi anni attraverso protocolli siglati con il Ministero della Salute. Inoltre si applica alle sole bibite analcoliche, anche quando prive di zucchero, con stime di gettito sbagliate e irrealistiche su un comparto già penalizzato dall’aliquota IVA al 22% rispetto alla media UE del 16%”.

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L’appello congiunto è stato firmato da Assobibe, Confagricoltura, Federalimentare, Federdistribuzione, CISL, CGIL, Uila Nazionale, Centromarca, Unione Italiana Food, Italgrob, Confida, Anfima, Federazione Carta e Grafica, Federazione Gomma Plastica, Assovetro per esprimere le preoccupazioni a fronte della mancata proroga dell’imposta in vigore dal 1° luglio 2025. L’intera Filiera agroalimentare, dalle fasi agricole alla produzione, fino alla distribuzione e vendita, chiede un intervento urgente per evitare una nuova gabella che danneggia le imprese e i lavoratori di un settore strategico del Made in Italy, mettendo a rischio oltre 5.000 posti di lavoro, con evidenti ricadute negative anche sulle comunità locali.