Il tè bianco di Galvanina al primo posto nella classifica del Gambero Rosso

4 Ago 2023 | News dai soci

Nella classifica stilata dal Gambero Rosso riservata ai prodotti di nicchia, due bevande dell’azienda riminese sono state classificate rispettivamente al primo e al settimo posto, dopo la selezione e la degustazione di ben 72 prodotti. La valutazione è avvenuta alla cieca, da parte di una giuria formata da giornalisti enogastronomici ed esperti degustatori.

Al primo posto si è classificato il Tè Bianco con aromi naturali di Pompelmo e Fiori di Sambuco biologico, che è stato definito “bevanda espressiva, fresca ed elegante; un tè floreale, agrumato e fruttato, piacevolissimo”. Il settimo posto è stato invece assegnato al Tè alla Pesca bio, realizzato a partire dal pregiato tè nero Darjeeling. Alessandra Motta, Brand Manager Galvanina Group, ha commentato “Puntiamo su tre elementi: alta qualità delle materie prime, estrema attenzione nella lavorazione, professionalità e creatività dei nostri professionisti”.

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Da quanto si apprende, si prospetta un periodo poco sereno per i produttori di bevande analcoliche, e per l’intera filiera,, dalla produzione alla distribuzione. Infatti, nella Manovra di Bilancio non è previsto alcun intervento per fermare l’entrata in vigore della nuova tassa a luglio 2025. La “Sugar tax” è un’imposta gravosa per cittadini e imprese che provocherebbe l’aumento del 28% della fiscalità su un litro di bevanda rinfrescante, anche quando priva di zucchero.

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L’appello congiunto è stato firmato da Assobibe, Confagricoltura, Federalimentare, Federdistribuzione, CISL, CGIL, Uila Nazionale, Centromarca, Unione Italiana Food, Italgrob, Confida, Anfima, Federazione Carta e Grafica, Federazione Gomma Plastica, Assovetro per esprimere le preoccupazioni a fronte della mancata proroga dell’imposta in vigore dal 1° luglio 2025. L’intera Filiera agroalimentare, dalle fasi agricole alla produzione, fino alla distribuzione e vendita, chiede un intervento urgente per evitare una nuova gabella che danneggia le imprese e i lavoratori di un settore strategico del Made in Italy, mettendo a rischio oltre 5.000 posti di lavoro, con evidenti ricadute negative anche sulle comunità locali.